Di Merylaura Mondello

La città di Messina vanta innumerevoli leggende. Una di queste si lega alla fondazione della città e vede come protagonisti Mata e Grifone.

Molte sono le versioni tramandate, ma solo una di queste è la più conosciuta: nel 964 d.C. sbarcò sulla costa messinese il re saraceno Hassan Ibn-Hammar con lo scopo di porre la città sotto il suo dominio. Si insediò nelle colline peloritane, perché era sicuro che nessuno lo avrebbe seguito in quelle zone. Si dedicò a razzie e violenze varie, suscitando molto terrore nella popolazione.

Durante una di queste incursioni vide una giovane donna cristiana, Marta (Mata in dialetto), figlia del re Cosimo II, e se ne innamorò. La giovane, però, nonostante la sua bontà d’animo, non si lasciò sedurre dall’uomo, disprezzandolo apertamente. Al rifiuto della donna, il saraceno divenne ancora più spietato. Per evitare che succedesse qualcosa alla figlia, i genitori di Mata fecero trasferire la giovane in una fortezza nascosta in segreto. Nonostante ciò, il sovrano saraceno trovò il nascondiglio, rapì la fanciulla e la portò presso il suo quartier generale, convinto che la ragazza si sarebbe concessa a lui. La giovane, però, riuscì a resistere all’uomo, soprattutto grazie alle sue continue preghiere.

Il saraceno capì che l’unico modo per conquistare la giovane era quello di convertirsi al cristianesimo. Rinunciò alla vita fatta di violenza e soprusi e si convertì, prendendo il nome di Grifo (poi Grifone per riferirsi alla sua stazza). Si dedicò ad atti caritatevoli e Mata iniziò a guardarlo con occhi diversi fino a quando si innamorò di lui. Dalla loro unione nacquero molti figli: per questo si accredita a loro la fondazione di Messina e il proliferare della sua popolazione.

La leggenda dei due innamorati ha dato vita a una tradizione che si ripete ogni 13 e 14 agosto: due statue di cartapesta e legno dipinte, risalenti al 1723 e alte più di 5 metri, raffigurano Mata e Grifone e sfilano per le vie della città in festa per poi fermarsi in piazza Unione Europea, di fronte a Palazzo Zanca, sede del municipio.

Esiste però una seconda versione della leggenda: questa è legata a Riccardo Cuor di Leone che transitò a Messina nel 1190 prima di dirigersi verso Gerusalemme per combattere la Terza Crociata. Il sovrano notò che la popolazione era sotto il dominio dei Greci-Bizantini che esercitavano il potere a proprio piacimento, commettendo atti di violenza. Così il sovrano inglese decise di costruire un forte sul colle Roccaguelfonia come monito ai dominatori greco-bizantini che, spaventati dalla potenza inglese, decisero di abbandonare la zona.

Da qual momento i cittadini appellarono la fortezza con il nome di “Matagriffon” che deriva da “mata” (fortezza) e da “griffon” (ladro o greco). Oggi l’intera costruzione è andata perduta a causa del terremoto del 1908, si è salvato, però, il campanile del sacrario di Cristo Re sulla parte alta della città peloritana.

Campanile del sacrario di Cristo Re

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