articolo di Beatrice Basile, Rosemery Nicotra e Chiara Solarino
Fin dal suo esordio, avvenuto nel 2008, IterCulture non solo ha posto come obiettivo cardine (divenendo in breve tempo la mission dell’associazione) quello di contribuire alle politiche culturali del proprio territorio, ma anche quello di realizzare, data la natura dei suoi interessi multidisciplinari, progetti volti alla valorizzazione del territorio tramite il confronto e lo scambio tra tradizione e innovazione. Questa voglia di contaminazione culturale ha portato l’Associazione a realizzare un vero e proprio network tra diverse realtà presenti sul territorio. Anche da questo nasce la volontà di partecipare alla X edizione del Catania Film Fest e il desiderio di includere tra i partner del festival Trame di quartiere, associazione dedita alla rigenerazione urbana che, attraverso azione e ricerca, vuole promuovere una trasformazione urbana che ha come principale obiettivo il capovolgimento della prospettiva da cui, ormai per abitudine e per retaggio culturale, vengono osservate le diversità. L’associazione ha sede nel cuore di San Berillo, presso il Palazzo De Gaetani, e si prefigge di rivalutare il quartiere in cui risiede, per molto tempo circoscritto entro confini culturali e sociali limitati e, apparentemente, invalicabili.
Ignorare San Berillo e la sua storia significherebbe far cadere nell’oblio un pezzo della storia del territorio catanese, dal terremoto del Val di Noto del 1693 fino al secondo dopoguerra.
La sua vasta estensione territoriale è frutto proprio della sua storia, sconosciuta ai più e a tratti dimenticata. San Berillo è un mix di sfaccettature e volti diversi, costituito da palazzi incompiuti o andati distrutti dai bombardamenti, alcuni in stile barocco, altri figli dell’architettura fascista. Questo luogo che per molto tempo ha accolto il cuore dell’economia della città, oggi è un luogo stigmatizzato, conosciuto solo per essere il luogo che ha accolto le cosiddette “case di Tolleranza”, chiuse definitivamente nel 1958 a seguito della legge Merlin; un quartiere connotato dalle difficoltà e dalle differenti tipologie di emarginazione che abitano i suoi numerosi vicoli.
Agli occhi di chi non vive e conosce il quartiere, come ad esempio degli studenti universitari che collaborano con IterCulture, San Berillo appare come un luogo estraneo, ma al contempo affascinante, e non come un “buco nero” nel cuore della città di Catania, come spesso è percepito. Non avendo memoria storica, il cittadino catanese tende a estraniarsi dai suggestivi vicoli del quartiere, associandolo unicamente alle sue fragilità e alle ferite della storia e della “periferia” nella quale è stato relegato, come i tetti delle abitazioni perennemente a rischio di crollo e le zone degradate, figlie dell’oblio comunale.
Gli studenti che stanno effettuando il tirocinio con IterCulture per il Catania Film Festival hanno avuto modo di assaporare gli aspetti veri e profondi di San Berillo, conoscendo un’altra faccia di questa realtà, grazie all’associazione Trame di quartiere che ha realizzato un tour guidato tra i vicoli del quartiere e il palazzo De Gaetani: una degustazione culturale che ha messo in evidenza la natura del tessuto culturale, fatto di storia e subculture che coesistono pacificamente nonostante le condizioni precarie in cui sono costretti a vivere.
La collaborazione tra IterCulture e Trame di quartiere nasce proprio dalla voglia di futuro e cambiamento, senza tralasciare l’importanza del passato che caratterizza il territorio.