IterCulture

A cura di Grazia Calanna.
Giornalista, dal 2001 scrive per le pagine culturali del quotidiano “La Sicilia” per il quale cura la rubrica di poesia Ridenti e Fuggitivi.

Nel 2007 fonda e dirige il periodico l’EstroVerso, all’interno del quale cura rassegne culturali, incontri letterari itineranti, e i Laboratori dell’Estro, corsi personalizzati (singoli o di gruppo) per la formazione in scrittura specialistica e in scrittura creativa per adulti e per bambini.

È responsabile dell’Ufficio Stampa del MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) e dell’associazione culturale Mindart della quale è cofondatrice.

TestiRiflessi è una nuova sezione del festival, parallela al concorso internazionale di corti teatrali. Tre giornate volte a stimolare una riflessione sul testo scritto per la pagina attraverso appuntamenti letterari con poeti, scrittori e drammaturghi del territorio. Un libro in meno di 20 minuti, proprio come per i corti teatrali!

Giovedì 14 luglio

TestiRiflessi | h 16

Interviene: Giovanna Mangiù

Di Biagio Guerrera
Edito da Mesogea

Sotto il tetto trasparente e stellato di una casa-mondo (casa-munnu), Biagio Guerrera accoglie un microcosmo di voci che parlano, sussurrano, cantano in dialetto siciliano lingue e passioni del mondo che abitiamo.
Nel segno dell’Amicizia, dell’Ascolto, dell’Ospitalità (ma anche della Perdita) che rendono ‘casa’ il mondo, si snodano dal frammento alla lirica i dialoghi intimi dell’autore con creature umane e animali, con figure o luoghi familiari e irregolari, comunque presenti e amorose. Tutte sempre sulla soglia di un inizio o di una dissoluzione. Tutte raccontate e avvicinate dalla tenace umiltà di un cuore in ascolto che tenta di conoscere, e di riconoscersi, nel respiro della natura.

Di Maria Pina Crifò Antonello e Lucia Russo
Edito da Algra Editore

Premiato con Segnalazione Particolare della Giuria “Sezione Inediti per il Cinema” del 46° Premio Casentino, è un romanzo di fantascienza sociologica sullo sfondo del mondo cibernetico del 2048. L’ispettrice Azueyla, giovane proveniente dall’avanzato “mondo felice” di Bat City, ricopre per le sue particolari doti due incarichi eccezionali, il primo dei quali la porta a Forgotten City, zona rimasta celata, e allo stadio degli anni ’60, per motivi che la trama svelerà. La missione sarà più ardua del previsto e, nel confronto tra due organizzazioni sociali distanti, lei dovrà compiere una scelta di umana sopravvivenza.

Di Angelo Sturiale 
Edito da Algra Editore

Una Finestra priva d’antropocentrismo, messa lì, pare guardare fuori, ma è questione di punti di vista. Già, perché, cos’è una finestra, quella finestra? È un confine, una separazione, o piuttosto un punto d’incontro? Se stai alla finestra, coi gomiti appoggiati al davanzale, stai dentro o stai fuori? A che panorama appartieni? La finestra è aggregante o estraniante? Ti avvolge o ti proietta? È un input o un output? Certamente è una metafora, l’arma per eccellenza del poeta. (dalla “prefazione” di Sal Costa).

Di Luana Rondinelli
Edito da Flaccovio

con la partecipazione di Giovanna Mangiù

Quattro testi teatrali interamente al femminile aventi per protagonista anime irrequiete e vittime mai arrese al dolore, ma che anzi da quello trovano la forza di rinascere. Donne, “fimmine” per l’appunto, che la vita la stravolgono pur di non soccombere, pur di essere se stesse fino in fondo. Donne straordinarie che, se la vita ha provato a buttare giù, si sono rialzate prima di cadere.

Venerdì 15 luglio

TestiRiflessi | h 16

Intervengono: Mauro Curcuruto e Salvatore Schembari

Di Cettina Caliò
Edito da La nave di Teseo 

Con l’intervento di Mauro Curcuruto

Tre le sezioni di questo testo, in cui la prima si fa antefatto delle due successive: “Quel mio ritornare a te/da tutte le strade/per sottrarci da tanta morte”. Fra le pagine una mappatura dell’anima che è luogo e memoria − “Ti tengo/nell’entroterra dell’anima/in un respiro di due sillabe”, la vita come frattura in fiore su un muro: “la conseguenza del mattino/uno schianto in due tempi”, e ovunque il frammento dell’esperienza restituito in trama: “nulla sappiamo della mano/che ci regge il giorno/a tremare/fra la memoria e la sete”. C’è un tempo fatto di attimi che sono già ricordo: “faccio ogni cosa/per l’ultima volta”; il respiro scardinato dagli eventi e lo scontro e il confronto con la perdita che si fa crollo: “mi cade addosso /il cielo che fu”. L’esperienza è rimodulata in senso e suono. “Scrivo perché mi aiuta a respirare meglio. Perché ho nostalgia di tutti i momenti in cui mi sono sentita viva”. Così l’autrice conferma lo stile ormai riconoscibile e la cifra della sua ricerca poetica: la capacità di tradurre la quotidianità viva dei giorni restituendo profondità e consistenza alle parole comuni. Attraverso l’indagine lucida, l’essenzialità delle immagini, l’accuratezza dei suoni e la misura del verso, l’autrice riesce a fare delle occasioni della vita metafora assoluta: “di noi stessi erranti/è certo/il destino corroso”.

Di Elvira Seminara
Edito da Einaudi

È una notte di tuoni e fulmini: dopo qualche bicchiere di troppo, Dora ansima nel sonno e urla il nome di un uomo. Accanto a lei, Rodolfo si rigira nel letto e sogna di ucciderla. Si svegliano insieme, di soprassalto: è così che s’innesca la macchina del dispetto, che travolge i destini di tutti. La catena di dialoghi che si rincorrono tra le pagine di questo libro è un meccanismo inesorabile, un ottovolante panoramico sul mistero comico e drammatico delle relazioni umane. Un gioco infantile e perverso che riguarda chiunque abbia, almeno una volta, iniziato una frase con la parola «io». Tutti conosciamo l’alchimia difficile delle coppie, i segreti, le bugie, la voglia di felicità e la forza corrosiva dei tradimenti. In ogni istante della nostra vita siamo amanti, figlie, fratelli, compagni, amiche. Una notte, dopo un’accesa discussione, Rodolfo si chiude in una stanza nella casa di Dora per non uscirne piú. Indecisa se ignorarlo o chiamare la polizia, lei ne parla all’amica Manuela, che poi torna a casa e si confida con Livio, che poi si precipita dal fratello Tommaso in ospedale, che poi telefona al fidanzato Samuele, che poi riceve una strana proposta da una cliente, che poi… Elvira Seminara dà vita a una struttura originalissima e vertiginosa, un susseguirsi di dialoghi che fanno il girotondo, dove i personaggi e il lettore rimbalzano da un ruolo all’altro, da un inciampo al successivo, senza mai fondersi né perdersi davvero. Siamo dialogo incessante, sempre in relazione con qualcun altro, anelli malfermi e lucidi di un interminabile giro di parole. E poi siamo diavoli di sabbia, violenti e fragili: ci solleviamo nel vento pronti a graffiare.

Di Saragei Antonini
Edito da Salarchi Immagini

Con l’intervento di Salvatore Schembari

Un libro di poesia da ascoltare leggendolo, pronto per donarvi un’epifania: la lingua profonda di un dialetto interiore e iconico. Una silloge poetica intitolata “a virìna” di Saragei Antonini che per la prima volta si cimenta a cantare le pause colorate di un idioma intimo, esclusivo.

Sabato 16 luglio

TestiRiflessi | h 16

Intervengono: Andrea Accardi, Fabrizio Ferreri e Vincenzo Galvagno

Di Giuseppe Manitta
Edito da Avagliano

Questo è un libro di topografie. Il titolo prende spunto dal giudizio sulla società presente in “Wasted lives” di Baumann e, di conseguenza, dalla teoria della società liquida. Da questa ispirazione, si legge la migrazione come necessità e, quindi, come espressione più antica all’interno della società stessa. Ci sarebbero, per assurdo, tracce di ciò anche nell’uomo che professa una sorta di ostrica verghiana (quindi il disadattamento allo spostamento). Si può persino immaginare che costui ha l’esigenza di trovare una propria geografia nello spazio limitato di un’abitazione, all’interno della quale preferisce un ambiente piuttosto che un altro. Dunque, lo spazio nel quale viviamo è a sua volta complice della forma che assumiamo (complice in senso fisico, ma anche psicologico e antropologico). L’esigenza di dare a noi stessi una determinata forma nello spazio conferma, in apparenza, che siamo vivi. Eppure, al contempo, ciascuno subisce il fascino dello spostamento come desiderio di realizzare un’altra forma di sé. Così è la migrazione: il risultato della ricerca di questa geografia personale. Andando oltre, se badiamo al contenuto e non alla forma, oggi l’illusione finale sarebbe quella di superare il possesso esclusivo delle personali topografie. In sostanza, questo è un libro di utopie.

Di Massimo Maugeri
Edito da La nave di Teseo

Per gli abitanti del luogo l’Etna non è un vulcano, ma la Montagna. Marco Cersi, quarantasei anni, con la sua impresa specializzata nella realizzazione di prodotti in pietra lavica, tenta di rivalersi nei confronti di questa magmatica madre che gli ha segnato la vita. Paola Veltrami, vedova, quarantatré anni, è una docente universitaria di letteratura con il sogno di un modello economico più umano. Le loro vite si incrociano a causa della sparizione di un vecchio intagliatore di pietra lavica, amante della poesia: don Vito Terrazza. Mentre una nuova eruzione aumenta la propria intensità devastatrice, Marco e Paola rimangono schiacciati dal peso di problemi enormi: l’uno deve fare i conti con il proprio doloroso passato e i risvolti sempre più aspri della crisi; l’altra deve gestire il difficilissimo rapporto con la figlia. Sarà la Montagna, con il fluire incandescente del suo sangue, a segnare il passo in un arco temporale ampissimo che ci conduce fino all’anno 1886 per poi catapultarci nuovamente nei nostri giorni inquieti. La crisi d’identità, i drammi famigliari, il tema del doppio e della follia, il ruolo della scrittura metaletteraria costruiscono un romanzo-mondo capace di coinvolgere, emozionare e sorprendere fino alla fine. Alcuni degli elementi tipici dello stile di Maugeri confluiscono nella narrazione di ulteriori grandi tematiche: il rapporto uomo natura-eruzioni vulcaniche; la crisi economico-finanziaria; la visione di un nuovo sistema capace di mettere l’uomo, e non il mercato, al suo centro.

Di Antonio Lanza
Edito da Interlinea

Con gli interventi di Andrea Accardi, Fabrizio Ferreri e Vincenzo Galvagno

Che cos’è il conflitto di classe nell’epoca post-ideologica? Per trovare tracce di risposta questo libro ci porta dentro la vita di Etnapolis, centro commerciale ai piedi dell’Etna progettato da Massimiliano Fuksas, durante la crisi economica che ha connotato i primi anni del nuovo millennio. Sistema materiale e metafisico, il centro commerciale ridefinisce spazi e tempi dell’esistenza secondo le necessità del consumo e del profitto. Ma alla voce meccanica di Etnapolis si alterna quella dei lavoratori con un retroterra di affetti e una storia “altra”. Raccontando questa polifonia dell’annichilimento nel suo esordio letterario, Lanza ci restituisce, nel finale dell’opera, un elemento estraneo, irriducibile ai principi che ne regolano il funzionamento e il senso, in grado di creare una possibile liberazione dalla «antica offesa all’uomo».

TESTI RIFLESSI PER RAGAZZI

Venerdì 15 | h 11:00-13:00

Laboratorio ludo-didattico per bambini dai 4 ai 9 anni*

*Prenotazione obbligatoria al +39 380 132 5377 o scrivendo a tteatririflessi@gmail.com

Di Vanessa Viscogliosi
Illustrazioni di Tiziana Longo

Edito da Lunaria

Che senso ha un giorno esplosivo o un giorno conchiglia? Cosa succede quando i giorni ficcano il naso o non si staccano dagli occhi? E, soprattutto, perché non si può proprio fare a meno dei giorni domenica? Un libro inno alla vita e alla gioia delle piccole cose. Anche quando sembrano non aver senso. La felicità si può guardare, ascoltare, annusare, toccare e pure assaporare. Pagina dopo pagina, colore dopo colore, “UAU che giorni!” accompagna i piccoli lettori alla scoperta delle sensazioni che si annidano dentro alla quotidianità, descrivendole attraverso i cinque sensi, per scovare la bellezza nascosta nelle piccole cose di ogni giorno ed esclamare: «UAU!». Una storia illustrata dai tratti poetici e delicati che insegna ai bambini a guardare ogni giorno con occhi curiosi, ad assaporarne ogni sensazione, perché è dentro una giornata qualunque che si nasconde la bellezza che ci rende felici.

Sabato 16 | h 11:00-13:00

Lettura animata per bambini dai 4 ai 9 anni​

Di Lorena Dolci
Illustrazioni di Amalia Caratozzolo
Edito da Lunaria

Ci sono mostri e mostri. Mostro del pisolino fa paura, ma anche no. È estensibile e furfante, si mimetizza tra gli arredi di casa. Quasi simpatico quand’è minuscolo, diventa temibile nella sua versione gigante quando la mamma va a fare il riposino. È quello il momento in cui il nostro piccolo eroe lotta contro la paura di restare da solo, affrontando il mostro dispettoso. Mostro del Pisolino è una prova di coraggio per conoscere e combattere i “mostri” che a volte ci sembrano più grandi di quello che sono realmente. Una storia illustrata dedicata a tutti quei giovani eroi che si trovano ad affrontare da soli piccole/grandi avventure, a volte senza neanche dover andare troppo lontano, perché le paure si annidano nei posti più impensati, oscuri e poco frequentati, anche tra le mura di casa. In appendice: il Giochino delle Ore.

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