IterCulture

Foto: Veronica Billi

La luce, puntata sugli spettatori, ferisce gli occhi mentre si prende posto.

La vista si abitua solo lentamente, come quando si entra in un luogo buio lasciando il mondo esterno alle spalle.

Cinque figure si muovono sulla scena, prendono forma, scivolano sul pavimento avvolgendosi in spire e perdendosi in cerchi senza fine. A volte si alzano, sempre di spalle, forse rapiti dalle ombre che proiettano sul muro e che sembrano rimandare al mito platonico della caverna, a volte tornano a terra; ma soprattutto: viaggiano. Tagliano lo spazio, lo ridisegnano, lo edificano costruendo linee e strutture.

Buscarini scolpisce corpi la cui pelle vuole disperatamente spuntare dall’oscurità. Ricordano ora statue elleniche, ora i naufraghi stremati della zattera di Géricault, ora creature mostruose, sirene omeriche. Si galleggia in un ambiente scenograficamente e musicalmente scarno, essenziale, ma proprio per questo potente e penetrante, echeggiante di contrasti tra luce e ombra, materia e vuoto, silenzio e suono.

Sono tanti nostoi, “ritorni”, quelli che acquistano vita, o forse altrettante allucinazioni: si parte, si ritorna, si arriva cambiati, o è il posto da cui si era partiti a mutare, si arriva mai veramente? Sembra non ci siano più punti fissi, nella disorientante distesa di pvc nero, che è allo stesso tempo terra e mare, attracco che si lascia, abisso in cui si annega.

E ciò che resta lecito, nonostante tutto, per sfuggire alla spiazzante perdita di orientamento, è usare una mano per coprirsi gli occhi, e lì, nel buio, ritornare a casa, ritornare a se stessi.

No Lander, 2015
coreografia Riccardo Buscarini
con Andrew Gardiner, Josh Jones, Marc Stevenson, Lewis Wilkins, Ben Wisken
assistente Mariana Camiloti
direttore di produzione e disegno luci Michael Mannion
consulenza luci Alessandra Bertolini
tecnico del suono Domenico Angarano
costumi Annette Malone
produzione Martin Collins, Artstrust Productions
musica Domenico Angarano
vocals Salvatore De Cicco, Michael Levy in Nero’s Lyre (lamento per lira solista in greco antico)
commissionato da The Place con il supporto di TIR Danza
con il contributo del Fondo per la Danza D’autore/Regione Emilia-Romagna 2015/2016
con il sostegno di ResCen, Middlesex University e Arts Council England

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