Il Messico e Laura Esquivel ci porta a conoscere la cucina messicana, saporita come il cioccolato. Dal Brasile partiamo per il Messico.
La cucina messicana
La cucina messicana (“cocina mexicana”) è considerata a ragione la madre di tutte le cucine dell’America latina, grazie alla grande varietà di prodotti e pietanze che risalgono alla civiltà azteca precolombiana, battezzata ironicamente come “la cucina delle tre sorelle” per la popolarità dei suoi ingredienti principali: il mais, il peperoncino e i fagioli. A questi prodotti nativi occorre aggiungere altri ingredienti tropicali come l’avocado, le foglie di cactus (nopales), i pomodorini verdi (tomatillos), il cioccolato, usato sotto forma di salsa nei piatti salati (mole poblano), ma anche molti latticini e formaggi e tutte quelle spezie ed erbe aromatiche (cannella, cumino, achiote, epazote, coriandolo) che rendono immediatamente riconoscibili i suoi piatti. Un pranzo può cominciare con tanti piccoli stuzzichini (antojitos), serviti con salsine (mole significa “salsa”) e insaporiti da innumerevoli varietà di peperoncini aromatici (chiles). Ottime le zuppe (sopa, caldo, pozole), alle quali si possono aggiungere arachidi, legumi (fagioli e lenticchie) o riso. Oltre alle carni, preferibilmente di maiale e pollo, lungo la costa si consumano molti pesci e crostacei, che possiamo gustare nel ceviche (pesce crudo marinato al succo di lime). Non si può parlare della cucina messicana senza citare i tamales (pasticcio di mais farcito, avvolto in foglie di mais o di banano) e le tortillas, “piadine” di mais o di farina di grano, farcite e servite in mille prelibate ricette: chilaquiles (sformato di carne tritata, salsa di tomatillos e crema di formaggio), enchiladas (farcite e cotte arrotolate al forno), quesadillas (farcite al formaggio), tacos (farcite di carne e verdure, piegate a mezzaluna). Molto usate le bevande alcoliche distillate dall’agave di Jalisco, come la tequila, il mescal e il maguey.
La ricetta che il Messico e Laura Esquivel vi propone è la salsa di pomodori arrostiti (Salsa Quemada)
Salsa di pomodori arrostiti, Salsa Quemada
La salsa di pomodori arrostiti è caratterizzata
dal piacevole sapore “bruciacchiato”
dato dei pomodori arrostiti sul fuoco.
Si usa per condire diversi piatti
della cucina messicana,
come tacos, enchlladas e nachos;
oppure potete servirla con dei triangolini
di tortillas fritti (tortillas chip)
come stuzichino per l’aperitivo,
magari assieme ad altre salse messicane,
come la guacamole o quella semplice
a base di pomodoro fresco,
chiamata semplicemente “salsa”.
Ingredienti:
- 5 pomodori perini grandi e maturi ma perfettamente integri (è importante che la buccia non sia rovinata)
- 1 peperoncino rosso piccante (serrano o jalapenio se riuscite a trovarli, altrimenti uno italiano)
- 2 spicchi d’aglio in camicia (cioè con la buccia!)
- ¼ di cipolla bianca tritata
- Un mazzetto piccolo di coriandolo fresco
- Sale q.b.
Preparazione della salsa quemada
Come prima cosa garantitevi che la vostra cucina sia ben ventilata, poiché si produrrà molto odore ed anche un po’ di fumo. Ricoprite con un foglio d’alluminio una padella pesante e mettetela sul fuoco medio-alto. Mettete i pomodori, l’aglio ed il peperoncino nella padella e arrostiteli su tutti i lati senza aggiungere nulla finché saranno bruciacchiati e morbidi. Per i pomodori serviranno circa dieci minuti, mentre per l’aglio e il peperoncino basterà molto meno. Pelate l’aglio ed eliminate il picciolo dal peperoncino; mettete aglio, peperoncino, pomodori, cipolla, sale e coriandolo nel vaso di un robot da cucina; frullate fino a quando la salsa sarà liscia; aggiustate di sale. Questa salsa saporita si conserva per alcuni giorni in frigorifero. Controllate di sale e di piccante prima di usarla!
Il libro da abbinare
Vi consiglio Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel, nata a Città del Messico nel 1950.
Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel
In un Messico di inizio Novecento, attraversato da ogni sorta di magie e di passioni, si consuma l’indimenticabile storia d’amore di Pedro e Tita. Ai due giovani, pazzamente innamorati sin dall’adolescenza, un’assurda tradizione familiare nega la felicità del matrimonio. Ci pensa il destino, allora, riunendo comunque sotto lo stesso tetto Pedro e Tita, come cognati. Soffocata nei vincoli di una casta convivenza, la loro passione sarà costretta a scoprire una nuova dimensione per sopravvivere, e questa dimensione sarà il cibo. Sì, perché le squisite ricette preparate da Tita affondano le loro radici in un passato mitico; perché negli accostamenti degli aromi è nascosta la capacità di accendere e risvegliare desideri, ricordi e sentimenti; perché quando parlare e toccarsi è diventato impossibile, torte di compleanno e peperoni farciti, timballi battesimali e quaglie ai petali di rosa possono rappresentare la più languida delle seduzioni e diventare il sorprendente veicolo di una passione.
L’arte culinaria è un modo di comunicare e per far questo è essenziale l’amore e la cucina messicana è piena di amore.
Como Agua para Chocolate
E’ un libro di facile e gradevole lettura. Il titolo originale è “Como Agua para Chocolate” e, nel testo, c’è la spiegazione: “Tita si sentiva letteralmente ribollire di rabbia, come l’acqua per la cioccolata” (in Messico la cioccolata spesso si prepara stemperando il cioccolato nell’acqua bollente). Com’è possibile che la rabbia si sia tramutata in dolcezza? La traduzione è andata stravolgendo il significato metaforico del titolo.
Da questo libro è stato tratto il film: “Come l’acqua per il cioccolato” del regista Alfonso Arau (che tra l’altro è il marito di Laura Esquivel!).
Buon Appetito!